
Sentieri emozionali
Sono davanti all’entrata, ma qualcosa mi trattiene dall’oltrepassare la soglia della galleria d’arte.
So cos’è.
Ho bisogno di pochi minuti con me stessa per prepararmi a quello che vedrò, perché ogni volta è come fosse la prima, pur sapendo che dentro io troverò Flavio, che conosco bene.
Flavio col suo entusiasmo.
Flavio con le sue creazioni.
Flavio, che rivedo concentrato davanti al suo computer, mentre sullo schermo si scompongono e si ricompongono linee colorate e forme geometriche in un instancabile lavoro di ricerca, una ricerca emotiva ed al contempo virtuosa.
Quando lo osservo così, posso quasi sentire l’allegra confusione che i progetti scatenano nella sua mente per aggiudicarsi il diritto di essere presi in considerazione.
La sua è un’incursione nel linguaggio dei segni filtrata da una consapevolezza matura e mai affidata a se stessa.
Si, io lo conosco e so che con talento, passione ed ostinata determinazione a procedere anche contro venti contrari, Flavio sfida l’ignoto per affrontare e dominare anche l’irrazionale.
Ecco, ora sono pronta, ho preparato la base, ho fatto mio lo sguardo di un bambino che vuole scoprire ed imparare il mondo ed i presupposti sono favorevoli, posso entrare.
All’interno della galleria dalle pareti immacolate il nero mi accoglie.
Sono circondata da quadri dai quali emerge la sapiente ricerca progettuale e l’adozione di tecniche inesplorate, mentre una raffinata personalità delinea lo stile delle opere, in aggiunta alla continuità cromatica che ne esalta le geometrie.
Quando scrivo non invento nulla, osservo solo la realtà da diversi punti di vista e cerco di tradurre in parole le emozioni che provo, ma come posso descrivere la luminosità di un quadro nero?
Mi soffermo davanti ad ogni quadro, vivo la luce che muove e riscalda l’ambiente e mi lascio catturare dal misterioso e ambiguo potere del nero, che a tratti si fa abbagliante.
Il gioco intrigante di luci ed ombre dà vita ad un equilibrio rigoroso.
Così come la naturalezza armoniosa di una diversità discontinua, ma equilibrata, rende interessante il gioco tra la dura eleganza del materiale e la freschezza leggera delle incisioni.
In quello che sto vedendo vive la bellezza, che non è solo piacere per gli occhi e contatto con le morbide forme, ma è assoluta libertà di interpretazione.
E’ una bellezza poliedrica che assume il potere del fascino, che scatena emozioni e tensioni e che richiede abbandono.
Flavio sa mettere la vita dentro le cose che fa ed è se stesso a tal punto da sorprendermi ogni giorno.
Questa è l’atmosfera in cui nascono e crescono le Forme d’Ordine. Lorena







